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Si è conclusa sabato 25 ottobre, appena in tempo per darne notizia su questo numero di novembre di Suonare news, la 58ma edizione del Premio Paganini, il concorso internazionale violinistico che Genova, dal 1954, ha istituito per commemorare uno dei suoi concittadini più illustri, conosciuto e amato in tutto il mondo.
Al Concorso si erano iscritti un centinaio di concorrenti provenienti da ogni angolo del pianeta. Vale la pena ricordare che, a differenza di altre analoghe competizioni musicali, il Premio Paganini 2025 non aveva messo alcun embargo e restrizione verso Paesi coinvolti nei conflitti internazionali. In nome della musica è stata data la possibilità a chiunque di partecipare.
Dopo le prescritte prove eliminatorie si sono dati appuntamento a Genova 24 violinisti. Tra di loro anche tre italiani, gli altri erano americani, coreani, polacchi, giapponesi, cinesi, russi, spagnoli, austriaci, di Singapore e di Hong Kong. Un bel florilegio di nazionalità, dunque.
Alla finalissima, dopo le ultime fasi finali, sono stati ammessi tre candidati: il 17enne cinese Aozhe Zhang, la 22enne giapponese Rino Yoshimoto e la coreana Kim Hyun Seo, di appena 15 anni. In palio un montepremi imponente: 76.000 euro, di cui 30.000 al vincitore.
Nella giuria, presieduta dal decano del violino italiano, Uto Ughi, sedevano sette commissari: l’italiano Enzo Restagno, il russo Pavel Berman, la giapponese Sayaka Shoji , lo svedese Ulf Wallin, l'americana Pamela Frank e la rumena Mihaela Martin.
Alla direzione artistica ha debuttato Nicola Bruzzo, 36enne violinista ferrarese, che resterà alla guida del Premio Paganini per altre due edizioni, ovvero fino al 2029.
La finalissima del concorso genovese prevede da illo tempore una vera e propria maratona musicale, giacché ai tre finalisti non è richiesto, come negli omologhi concorsi internazionali, di eseguire un solo concerto per violino e orchestra scelto in una rosa indicata dall'organizzazione, ma di eseguire un concerto obbligatorio di Paganini – ne ha composti sei, ma quelli entrati stabilmente in repertorio sono solo i primi due – e un concerto romantico scelto tra quelli di Schumann, Beethoven, Mendelssohn, Brahms, Dvořák, Ciaikovski e Sibelius.
Ad accompagnare i finalisti l'Orchestra sinfonica del Carlo Felice diretta dal tedesco Philipp von Steinaecker.
Ha vinto il cinese Aozhe Zhang, convincendo all'unanimità la commissione con un notevole Concerto n. 1 di Paganini e con uno splendido Concerto di Ciaikovski. Dietro di lui è arrivata la giapponese Rino Yoshimoto, anche per lei il Primo di Paganini, in verità lontano dalla perfezione, a cui è seguito una bellissima interpretazione del Concerto di Brahms. Terza classificata, la giovanissima coreana, anche lei aveva scelto il Primo di Paganini portato a conclusione con qualche affanno e un convincente Concerto di Ciaikovski.
Pubblico in visibilio per la concorrente coreana, ha tributato in modo molto sportivo un lungo applauso al vincitore Aozhe Zhang. Tra i premi minori, segnalo che il vincitore ha portato a casa anche il Premio Pallavicini, 3mila euro, riservato alla migliore interpretazione del Concerto paganiniano.
Il Premio Paganini torna nel 2027, spero con una finale meno lunga per il pubblico, perché oggettivamente sei concerti consecutivi sono impegnativi anche per gli spettatori più esperti.
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