Scrivere musica con il computer
di Mario Ragazzini
Ricordate Gutenberg, l'inventore della stampa? Da allora l'editoria è andata avanti in fretta. I progressi maggiori, tuttavia, si sono avuti negli ultimi vent'anni grazie all'avvento del personal computer. E anche la musica, con la sua complicata notazione si è trasformata. Abbandonate le tradizionali e costose lastre incise "a bulino", si è passati per qualche anno ai caratteri mobili, piccole decalcomanie che richiedevano tempo e abilità.
Oggi la musica si scrive con il computer. Ci sono numerosi software in grado di gestire le più complesse partiture.
All'inizio la "notografia computerizzata" era guardata con diffidenza dagli editori, abituati alla bellezza delle parti scritte con il metodo tradizionale. Poi, con il miglioramento dei programmi e, soprattutto, grazie alla loro maggiore flessibilità, la scrittura con il computer si è via via imposta.
Ma il salto decisivo è legato all'abbattimento dei costi delle macchine e alla possibilità di interfacciarle con una tastiera elettronica. Sino a ieri le singole note venivano inserite da computer rendendo la procedura lenta e faticosa. Oggi basta una scheda MIDI da 150 mila lire applicabile a un qualsiasi computer, per rendere l'immissione dei suoni semplice e veloce. Grazie a questo pratico dispositivo, è possibile trasformare in segni grafici gli imput musicali ricevuti dalla tastiera, mentre al fotocompositore è lasciato il compito di controllare eventuali imprecisioni ritmiche.
L'investimento per allestire un centro di editoria elettronica musicale è abbastanza contenuto. È sufficiente un vecchio PC 386 con 4 mega di Ram o un Macintosc 68040 da 2-3 milioni. Ma scegliendo computer non di marca si può spendere anche meno. I programmi più usati sono Notator , che gira su Atari, Finale per Mac, Encore o Score per PC. Le ultime versioni costano circa un paio di milioni. Serve anche una stampante, meglio se laser, con un prezzo variabile da 1 a 2 milioni. Per uscire direttamente in pellicola, ovvero con un foglio di acetato trasparente pronto per la tipografia, occorrerebbe una fotounità e uno sviluppatore che richiedono un investimento di decine di milioni. Ma all'inizio si possono portare i propri file, su floppy o datapack, direttamente presso service specializzati, che con poche migliaia di lire predispongono il materiale per la stampa.
Per iniziare bastano quindi meno di dieci milioni.
LA CONCORRENZA
In Italia i centri di editoria elettronica musicale sono in aumento. La concorrenza comincia a farsi sentire. Come riuscire quindi a conquistare nuovi clienti? Per prima cosa bisogna inventarsi nuove categorie professionali alle quali proporre i propri servizi. Oltre ai clienti tradizionali, come case editrici e riviste, si possono contattare scuole di musica, bande e corali. Il direttore di una scuola è sempre interessato a qualificare la propria struttura, forse potrebbe voler realizzare piccole dispense e raccolte didattiche su misura per gli alunni. Una banda musicale o una corale possono personalizzare arrangiamenti e trascrizioni. Il problema è che molti pensano che questo abbia costi proibitivi e che non sia alla loro portata. Bisogna convincerli che non è così e che con un piccolo investimento potranno realizzare ottime produzioni. Non solo. Si può proporre accanto alla scrittura musicale anche la tradizionale videoscrittura di testo. Programmi di concerti, saggi, giornalini associativi, modulistica varia. Tutto con un solo fornitore. Ma anche i compositori, gli arrangiatori e i musicisti hanno bisogno di un centro di editoria.
I COLLABORATORI
Se si vuole sviluppare l’attività, si deve ricorrere all'aiuto di collaboratori esterni. Per essere competitivi non basta il prezzo, ci vuole anche la velocità d'esecuzione. E quest'ultima può essere assicurata solo grazie al contributo di altre persone. Gente capace, ma soprattutto affidabile. È inutile avere ottimi collaboratori che non danno la garanzia di completare il lavoro entro i termini stabiliti. E ricordate, niente fa irritare di più il cliente che un ritardo sulla consegna. Sono da evitare i personaggi permalosi, che non accettano critiche. Se il lavoro è mal fatto, bisogna dirglielo senza tanti problemi. È inutile avere un aiuto se poi dovete sempre rimetterci sempre le mani.
LA SEDE
Prendere in affitto un ufficio in una zona centrale ha un costo proibitivo. E visto che sarà quasi sempre il titolare ad andare dai clienti, non è necessario. All'inizio è meglio attrezzare un locale di casa. L'importante è avere due linee telefoniche, una normale e una per il fax. Una sola, infatti, fa risparmiare troppo poco (le telefonate costano la stessa cifra), impedisce di tenere una segreteria telefonica quando si è fuori e obbliga i clienti a chiedere ogni volta la commutazione per il fax .
LA PROMOZIONE
Un centro di editoria elettronica offre soprattutto servizi. Affidarne la promozione alla tradizionale pubblicità tabellare con slogan ad effetto non serve a niente. È meglio realizzare una lettera dove vengono descritte le varie possibilità allegando uno o più campioni già finiti. Può essere utile un mailing (spedizione) ad una lista di potenziali clienti. Per rendere più incisiva la proposta e aumentarne la redemption (il numero di risposte) è bene abbinarla ad unapromozione. Per esempio: a tutti i nuovi clienti una pagina gratuita. Con questo piccolo espediente viene stimolata la curiosità del potenziale cliente che sarà invogliato a provare. Molti operatori, infine, sono restii a rivelare i propri prezzi. Errore. Oggi la gente è abituata a collegare ogni prodotto a un costo. Quando non gli riesce diventa diffidente. E non compera.
LA BUROCRAZIA
Avviare un centro di editoria elettronica vuol dire esercitare un'attività commerciale. Non è richiesta la licenza comunale ma bisogna aprire aprire una partita Iva. Se si è soli basta una ditta individuale, se in più d'uno, una società. La tenuta dei libri contabili è molto semplice, ma è comunque meglio affidarsi ad un ragioniere o un commercialista. A lavoro finito viene emessa una regolare fattura con iva al 19%, ridotta al 4% se rivolta a società editoriale. Sui compensi dovuti ai collaboratori si applica una ritenuta d'acconto pari al 19% che viene versata all'erario entro il 15 del mese successivo .
CONCLUSIONI
Mettersi in proprio richiede una buona dose di ottimismo e determinazione. Pensare positivo è la prima condizione per avviare una qualsiasi attività. Aprire un centro di editoria musicale non necessita di grandi investimenti e può essere alla portata di molte tasche. L'importante è non illudersi che in pochi mesi si possa avere un portafoglio di centinaia di clienti. Ogni impresa ha bisogno di tempo per consolidarsi. Prima di proporsi a clienti “grossi” è importante acquisire una buona esperienza. Prendere un lavoro e non essere in grado di portarlo a termine correttamente è il classico errore del principiante.
Tenersi sempre aggiornati e mettercela tutta sono i presupposti per saper cogliere le opportunità che si presenteranno.
BOX:
Da dapere
1 Prima di acquistare tutte le attrezzature necessarie (computer, stampanti, scanner, eccetera) rivolgetevi ad un esperto. Chi conosce bene il mercato può farvi risparmiare una bella sommetta.
2 Evitate la pubblicità tabellare con slogan ad effetto, è meglio inviare una lettera in cui spiegate esattamente i vostri servizi ad una lista di clienti potenziali
3 Se decidete di avvalervi di collaboratori, scegliete soprattutto persone affidabili. Niente fa irritare di più il cliente che un ritardo sulla consegna.
4 Per battere la concorrenza dite con chiarezza i vostri prezzi. Dà un segnale di serietà e aiuta a vincere la diffidenza di chi si avvicina a voi per la prima volta.
5 Cercate nuovi clienti anche tra i compositori, direttori di scuola e musicisti. Alcuni potrebbero aver bisogno di presentare i loro lavori in una veste grafica più professionale.
BOX:
Dal clarinetto al computer
“Mi sono diplomato in clarinetto, ma riuscire a vivere suonando era sempre molto difficile così, con alcuni ex allievi, ho provato a lavorare come “copista”. Ha cominciato così Paolo Mellini, 34 anni, oggi titolare della Emmeti, una ditta specializzata nell’editoria elettronica musicale con sede a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano (tel. 02-2421124). “All’inizio è stata dura; ho dovuto acquistare le macchine e i programmi. Per risparmiare lavoravo in casa. Poi siamo cresciuti e adesso abbiamo aperto uno studio”. Il primo lavoro è stato Medea di Adriano Guarnieri pubblicato da casa Ricordi. Oggi la Emmeti fotocompone musica per i principali editori italiani: Curci, Suvini-Zerboni e Carisch. La sua struttura si avvale di una decina di collaboratori esterni ed è in continua espansione. “Per la realizzazione di un testo per bambini ci siamo dovuti munire anche di uno scanner per riprendere fotografie e disegni” continua Mellini, “ ma comunque siamo sempre molto attenti a tutte le novità informatiche”. C’è ancora qualcuno che usa il bulino o i caratteri mobili? “Non credo, il computer è ormai accettato da tutti gli editori e anche i copisti vecchia maniera si sono velocemente riconvertiti”.
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