Parola d'ordine: sperimentare
di Roberto Calabretto
Situato in Piazza Primo Maggio, nel cuore della città dove si può ammirare il castello, il Conservatorio “Jacopo Tomadini” di Udine si presenta in tutta la sua bellezza. Dopo i lavori di restauro, che per alcuni anni hanno decentrato le lezioni in tre punti della città, l'edificio ospita oggi 450 allievi. Un conservatorio relativamente giovane quello udinese, riconosciuto solo nel 1981, dopo che l'Istituto musicale pareggiato (sin dal 1925) aveva ospitato gli studenti provenienti da tutto il Friuli.
La storia del Conservatorio “Tomadini” è riassumibile in poche date. Sorto nel 1919 come semplice Scuola di musica, già nel 1922 diviene Istituto musicale “Jacopo Tomadini”. L'anno seguente Ottorino Respighi esprime la propria opinione per il pareggiamento che giunge nel 1925. I direttori che si sono succeduti fino al 1981 sono Mario Mascagni (fino al 1927), attivo nella città e nella vicina Pordenone come apprezzato maestro di banda, direttore di molte orchestre nonché compositore, Mario Montico, Giovanni Pigani e Aladar Janes, che lo ha poi guidato per molti altri anni. Giovanni Zanetti, 47 anni, è l'attuale direttore. Il compositore Piero Pezzè, uno dei primi musicisti a divulgare la dodecafonia nel territorio friulano e a promuovere la cultura musicale popolare in termini seri e scientifici, ne ha scritto la storia in un interessante opuscolo di facile lettura dove sono ripercorse le vicende storiche del Civico Istituto “Tomadini”.
Il Conservatorio oggi si presenta come punto di riferimento per gli studenti del Friuli, ossia delle province di Udine e Pordenone (province che occupano una fascia territoriale molto estesa), a cui sa offrire una serie di possibilità che vanno dagli studi tradizionali (dove emergono le 9 cattedre di pianoforte, le 5 di violino e le 4 di flauto traverso) ad altri sperimentali che sono da tempo consolidati e che conquistano sempre più gli studenti. La sperimentazione investe, innanzitutto, alcuni corsi complementari, per cui abbiamo quello di armonia che si protrae per tre anni, dove l'analisi – disciplina oggi sempre più invocata da tutti e ritenuta strumento indispensabile anche per gli strumentisti – viene praticata accanto alla pratica compositiva, non più limitata alla semplice realizzazione del basso, ma estesa anche all'armonizzazione della melodia.
«La sperimentazione – afferma il direttore Giovanni Zanetti – è una scelta che il Conservatorio persegue in molti ambiti, nel tentativo di superare le barriere imposte da programmi in molti casi anacronistici. Abbiamo così deciso di ampliare quelli dedicati ad alcuni strumenti. La classe di organo, per esempio, prevede lo studio dei repertori della scuola francese e spagnola, che tradizionalmente non sono tenuti in considerazione, mentre quella di canto, articolata in 7 anni, prevede un maggior carico di materie complementari e un approfondimento della letteratura liederistica. Sono poi in fase di approvazione quelli di pianoforte e di Storia della musica, i cui limiti oggi si rivelano sempre più intollerabili: si pensi all'anacronismo dei programmi di studio di Storia della musica, che dovrebbero protrarsi per almeno 3 anni, dedicando ampi spazi alla musica del nostro secolo».
Sono queste, secondo il maestro Zanetti, le necessità a cui il Conservatorio deve far fronte per creare una figura, una tipologia di musicista il più possibile completa, con un bagaglio culturale più ampio, non fatto soltanto di semplici abilità tecniche apprese nel corso degli anni. E, questi limiti sono sempre più avvertiti anche dagli studenti che sottolineano le carenze dei cosiddetti "esami complementari". Adriano Del Sal, che recentemente ha superato a pieni voti il compimento medio di chitarra, sottolinea l'inadeguatezza dei programmi di storia e di armonia che spesso precludono un approccio serio ai repertori studiati. Pienamente soddisfatto, invece, dell'insegnamento del suo strumento e della vita del Conservatorio, in genere dove gradirebbe, allo stesso tempo, possibilità maggiori a livello di borse di studio rilasciate da enti vari. «Piccole cose – nota Del Sal – ma necessarie per chi vuole affrontare la difficile vita del concertismo».
A questo, però, il “Tomadini” sta già pensando. Un obiettivo che da tempo persegue è la presenza nel territorio cittadino e circostante, con iniziative di vario genere che vanno dai tradizionali appuntamenti con la Scuola Media (un concerto svolto il 18 aprile ha avuto 5 mila prenotazioni) alle attività della Scuola di Didattica, mirate espressamente al mondo della scuola dell'obbligo e , allo stesso tempo, preziosa opportunità di tirocinio per gli allievi frequentanti il corso. Ma, oltre a questo, il Conservatorio ha recentemente allestito una serie di iniziative molto interessanti volte al recupero di alcuni musicisti locali, il cui catalogo viene rivisitato dall'Orchestra degli studenti ed eseguito in pubblico. Questo progetto era stato avviato da Gilberto Pressacco e attualmente viene portato avanti dal professor Lorenzo Nassimbeni e Maurizio Grattoni, bibliotecario del Conservatorio.
Recuperare musicisti del passato significa non soltanto promuovere studi, pubblicazioni e convegni sulla loro vita, ma piuttosto eseguire le loro opere e farle conoscere, tenendo in vita la loro memoria. Uno sforzo apprezzabile, questo, che è particolarmente gradito al pubblico e alle istituzioni locali, sempre desiderose di promuovere e incrementare lo studio delle figure culturali maggiormente rappresentative del Friuli. In sintonia con tante altre analoghe iniziative che arricchiscono la storia di questa terra, dove da lungo tempo opera la Società filologica friulana, anche il Conservatorio mira al recupero dell'identità musicale della regione. È così che le iniziative dedicate a De Zorzi, Bartolomeo Cordans e Pietro Alessandro Pavona hanno portato a concerti molto seguiti dal pubblico e, allo stesso tempo, hanno offerto all'Orchestra del Conservatorio la possibilità di esibirsi in programmi che vanno al di là dei semplici e tradizionali saggi di studio.
La vita dell'orchestra e la sua sopravvivenza sono sempre l'obiettivo di ogni direttore di Conservatorio. Anche il maestro Zanetti dimostra di avere particolarmente a cuore quella del “Tomadini”. «Abbiamo sempre cercato di promuovere le iniziative dell'orchestra – continua – e abbiamo così realizzato alcuni progetti in collaborazione con i Musei civici di Udine. La musica alle grandi mostre: all'insegna di questo titolo i ragazzi della nostra orchestra hanno avuto la possibilità di esibirsi in alcuni musei in occasione dell'inaugurazione di molte esposizioni. Talvolta hanno avuto l'onore di accompagnare solisti del calibro di John Calabrese, nome di prestigio e solista della viola d'amore, in alcuni Concerti di Vivaldi. Anche il coro, tradizionalmente "snobbato" dai ragazzi, fa ottime cose e recentemente ha conseguito il secondo premio al prestigioso Concorso di Vittorio Veneto».
La necessità di offrire agli allievi possibilità concrete di esibirsi in concerti e in altre forme di spettacolo, ha portato la dirigenza del Conservatorio a perseguire una politica intelligente di collaborazione con vari enti, particolarmente attratti dalla promozione di autori locali, e dalla possibilità di avere a disposizione l'orchestra e altri gruppi cameristici in occasioni di vario genere. Proprio questo è particolarmente apprezzato dagli studenti. Giuditta Cossio, arpista, ricorda positivamente gli sforzi del Conservatorio per promuovere iniziative concertistiche di vario genere che spesso l'hanno coinvolta, aiutandola ad affrontare la realtà del concertismo. Valentino Dentesani, violinista, è già inserito nell'Orchestra Filarmonica di Udine e lavora con il “Collegium Musicae”, un'istituzione che collabora con l'università nell'allestimento di progetti. Una politica intelligente, quella del “Tomadini”, che mira a fare del Conservatorio una presenza viva nel territorio, sempre pronta a partecipare alla vita culturale della città, in sintonia con le istituzioni e con le altre realtà scolastiche. Sicuramente queste iniziative contribuiscono a motivare gli studenti e a vivere la realtà del Conservatorio non come semplice momento di apprendimento, ma come palestra formativa al concertismo e alla vita musicale.
Box 1
Carta d’identità
Conservatorio statale di musica “Jacopo Tomadini”
Piazza 1° maggio, 29 - 33100 Udine
tel. 0432 - 502755; fax 0432 - 510740
Direttore: M° Giovanni Zanetti
Direttore amministrativo: Dott.ssa Paola Vassura
Allievi: 450; docenti: 78
Cattedre in organico: 52 principali e 26 complementari
Materie “principali”: 1 arpa; 1 canto; 2 chitarra; 2 clarinetto; 1 clavicembalo, 2 composizione; 1 contrabbasso;
1 corno; 5 didattica; 1 direzione di coro; 1 fagotto; 4 flauto traverso; 2 musica da camera; 2 oboe; 4 organo; 1 percussioni; 9 pianoforte; 2 tromba e trombone; 2 viola;
5 violino; 3 violoncello
Box 2
Accomp. pianoforte
Fabrizia Maronese
armonia complem.
Paolo Fumei
Dario Regattin
Walter Themel
aRPA
Patrizia Tassini
arte scenica
Francesco Bellotto
assieme archi
Alberto Vianello
assieme fiati
Giovanni Sora
Canto
Elena De Martin
Chitarra
Guido Fichtner
Francesco Romano
Clarinetto
Paolo Beltramini
Davide Teodoro
Clavicembalo
Ilario Gregoletto
Composizione
Massimo Priori
Daniele Zanettovich
Contrabbasso
Daniele Roccato
Corno
Giorgio Arvati
DIDATTICA
Giovanna Bergamo
Luisella Botteon
Annamaria Brusaferro
Stefania Lucchetti
Renato Raule
direzione di coro
Antonio Piani
Esercitaz. corali
Stefano Adabbo
Esercitaz. orchestrali
Alfredo Barchi
Fagotto
Gilberto Grassi
Flauto traverso
Giorgio Marcossi
Claudio Montafia
Simonetta Pagani
Guglielmo Rispoli
Letteratura poetica
e drammatica
Anna Cenni
Lettura partitura
Ezio Rojatti
Musica da camera
Franco Calabretto
Fedra Florit
Oboe
Sandro Caldini
Paolo Pellarin
Organo
Lino Falilone
Antonio Galanti
Pietro Pasquini
Angelo Rosso
Organo complem.
e canto gregoriano
Luigi Scopel
percussioni
Roberto Barbieri
Pianoforte
Franca Bertoli
Maria Grazia Cabai
Ugo Cividino
Alessandro de Curtis
Claudio Mansutti
M. Felicita Russo-Perez
Maria Giulia Scuor
Marco Tezza
Umberto Tracanelli
pianoforte complem.
Paola Barbera
Flavia Brunetto
Elisabetta Mandero
Gabriella Stavole
Storia della musica
Renato Della Torre
Marco Maria Tosolini
Francesco Iuliano
Eugenio Raneri
Teoria e solfeggio
Alessandro Nassimbeni
Chiara Nassimbeni
Giovanni Squillaci
Claudia Tari
Luciano Turato
Giuseppe Zudini
tromba E trombone
Giorgio Gabianelli
Vincenzo Montemitro
Viola
Giuseppe Miglioli
Lorenzo Nassimbeni
Violino
Luciano Bolzon
Orietta Malusà
Diego Masutti
Paolo Rodda
Renato Senia
Violoncello
Ennio Francescato
Federico Ricardi di Netro
Giuliano Vio
bibliotecario
Maurizio Grattoni
Box 3
Giuditta, virtuosa dell’arpa
Giuditta Cossio (10 al diploma in arpa), è un'ex allieva del “Tomadini”, che ha già intrapreso una lusinghiera attività concertistica. Dopo il diploma è stata ammessa al Corso di perfezionamento all'Accademia di Santa Cecilia e suona in diverse formazioni cameristiche. Ricorda con molta stima e affetto gli insegnanti del Conservatorio di Udine e, in particolare, Patrizia Tassini con cui si è diplomata lo scorso anno.
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